Culto e devozione
Il corpo di san Rocco è giunto a Venezia nel 1485. Il 13 marzo il patriarca Maffeo Girardi ne comunicava al Consiglio di Dieci l’avvenuta traslazione (da Voghera), certificandone l’autenticità, ma, non avendo ancora la Scuola una sede definitiva, la reliquia fu deposta provvisoriamente prima nella chiesa di San Geminiano, poi nel palazzo del patriarca di Grado, presso la chiesa di san Silvestro, fino a che, ultimata la chiesa eretta per custodirla, vi fu trasferita il 3 marzo 1490.
Diverse versioni raccontano di mirabolanti traslazioni, ricordiamo tra le altre quella di Flaminio Corner, secondo il quale il recupero delle spoglie di san Rocco si deve al monaco camaldolese Mauro che, per sciogliere un voto e su richiesta del Guardian Grando della Scuola, Tommaso di Alberti, si recò a Voghera, nel castello del conte Pietro dal Verme e riuscì, non senza peripezie, a trafugarle e a portarle a Venezia. La descrizione dell’impresa è conservata tra i documenti della Scuola (Atti del riconoscimento del corpo di san Rocco, b. Corpo di san Rocco – Atti storici e biografici, n. 7 antico). Secondo altri invece, il corpo del santo, con l’accordo del prevosto di Voghera, venne venduto dal conte al frate, un pessimo soggetto, che per facilitarne il trasporto ne spezzò le ossa, per poi venderlo ai governatori della Scuola.
L’apertura del processo di canonizzazione di san Rocco si fa risalire al 1377, ad opera di papa Gregorio XI, ma non esistono documenti in merito. La santità di Rocco fu sicuramente riconosciuta “ex consensu Ecclesiae: culto immemorabile”, che papa Urbano VIII approvò con decreto solenne nel 1625. Ma, secondo Francesco Diedo, già nel 1414 a Costanza, per lo scoppiare di una pestilenza all’apertura del Concilio, i padri conciliari invocarono san Rocco, recandone l’immagine in solenne processione e ottenendone la protezione.
Sul giorno della sua festa liturgica, il 16 agosto, si fa l’ipotesi di un inizio nel 1440 a Montpellier, dove dal 1421 esisteva una cappella a lui dedicata. Il Martirologio Romano del 1678 reca il suo nome per la festa di tale giorno.
La devozione al santo, se iniziata verosimilmente a Montpellier, si diffuse presto in tutta Europa e soprattutto nella Francia Meridionale, in Alsazia, in Corsica, a Parigi, Anversa, Lisbona, Colonia, Norimberga e nelle città anseatiche del Mare del Nord, fino alla Scandinavia e alla Polonia. In Italia centri cultuali, oltre che a Venezia e nel Veneto, si evidenziano a Roma, Voghera, Piacenza, Brescia, in Abruzzo e in Italia Meridionale. Sodalizi e confraternite sorsero subito innumerevoli.
Attualmente esistono in Italia tremila fra chiese e cappelle dedicate al santo. Duecentosessanta sono le parrocchie, di cui un centinaio associato ad altri santi, di preferenza Sebastiano. Molti i capitelli, in genere collocati all’incrocio di strade e all’ingresso delle città, per ottenere la protezione dalla peste. I toponimi in Italia sono una trentina, mentre nell’onomastica italiana Rocco si pone mediamente all’ottantesimo posto, con punte fino al quinto posto nel Meridione.